ottobre 2014

E’ la sorpresa del gran rosso biologico. E primo risultato di altissimo profilo di un’azienda nel complesso giovane (nata nel 2003), dove nuovi vigneti vanno maturando su selezioni di antichi vitigni territoriali.

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Il Syrah Morrone ci ha colpiti sin dal primo apparire con la vendemmia 2004, vino in cui ha un ruolo anche la mano di Franco Bernabei che, assieme al figlio, segue l’azienda. E’ un Syrah innanzi tutto che nasce in Sabina, in un areale dunque fresco, a buona altitudine, con un microclima continentale dalle buone escursioni termiche, senza eccessi di calore, anche nei periodi più torridi altrove.

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Vajoscuro 2011  90-91 Dal vino contadino al Cesanese di razza. Nelle ultime annate il Vajoscuro si è rivelato un Cesanese del Piglio di autentica aristocraticità, solido, potente, calibrato, dal carattere un po’ chiuso ed austero inizialmente, ma vero, di lavoro, di passione e di vigna. Questo 2011 è assai profondo al colore, i profumi si…

Read more Giovanni Terenzi

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I profumi, la longevità, la classe. Giovane azienda questa (ma con vigne assai vecchie nel Piglio ed anche a buone altitudini), che dimostra come il Cesanese possa dare certo fragranti vini sapidi e tutto pasto, ma anche Riserve di grande peso e profondità, distribuendo tutta la crescita negli anni di un fascinoso e lungo corredo olfattivo.

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La scommessa vinta. Perché quando ormai molti anni or sono, nel 2004, Roberto Trappolini ci parlò di aver impiantato una nuova vigna a Sangiovese a 6.500 ceppi per ettaro abbiamo avuto più di una perplessità, che del resto manifestammo subito.

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Alessandro Boncompagni Ludovisi ha raccolto l’eredità del prozio Alberico che, in questo che è uno degli ultimi lembi intatti della campagna romana più bella e carica di reperti, aveva inaugurato un rosso a base di Cabernet Sauvignon e Merlot, che negli anni ’30 aveva impiantato per lui nientepopodimenoche Tancredi Biondi-Santi.

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Un monumento ad Affile. Che è la zona più alta, continentale e fredda del Cesanese, territorio dunque estremo. Ma, se l’annata è favorevole, l’evoluzione progressiva delle uve, la loro maturazione nelle ultime settimane può portare a risultati di rara intensità, complessità e longevità.

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L’opulenza e la saporosità traboccante. Le vigne de La Caetanella hanno offerto, sin dalla loro prima vendemmia del 2003, un Cesanese di sontuosità strabordante, con vini di tale ricchezza e radiosità da far riscoprire a molti le possibilità espressive del vitigno a superiori livelli di concentrazione e di bontà.

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E’ la novità aziendale più importante del Lazio. Nel senso di un investimento di grossissimo spessore (65 ettari di vigneto) tra le colline di Velletri da parte della famiglia di Anton Boerner, innamorata da sempre dell’antichità romana e di questa campagna.

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Ho incontrato per la prima volta Piero Palmucci nell’estate del ’92, casualmente.
Ero andato in visita al Poggione e camminavo in quel momento con Pierluigi Talenti nella piazzetta di Sant’Angelo in Colle. Lui mi indicò da lontano un signore alto, asciutto, che saliva con passo energico e che mi sembrò in quell’attimo uno straniero, non so, un americano, un nordeuropeo.

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