Valle dell’Acate

Tané 2010   90-91

Rusciano Syrah 2011  88

Cerasuolo di Vittoria 2012   86-87

Con 100 ettari di superficie vitata ed una lunghissima esperienza sul territorio si può considerare questa l’azienda ammiraglia del Ragusano, con decenni di indagini sui terreni, ad individuare quelle caratteristiche li rendono più idonei ai diversi vitigni da impiantare.

Numerose così le etichette prodotte, largamente esportate ed importanti proprio perché danno il segno e l’immagine dell’intero territorio. Iniziamo appunto dal Cerasuolo di Vittoria 2012, proprio perché vino fortemente strategico (e vero e proprio biglietto da visita per l’azienda, ma non solo), che nasce da vigneti a 5.000 ceppi per ettaro in un blend di Nero d’Avola al 60% (coltivato su sabbie rosso-scure di medio impasto) e Frappato al 40% (da sabbie più chiare), che ha maturato per circa 12 mesi sia in tonneaux che in botti grandi. Ed affinato poi per un altro anno in bottiglia.

Assaggiato più volte in questi mesi non ha mai deluso e si presenta con un colore di media profondità e naso molto ampio, intrigante, di stampo un po’ borgognotto, con belle e diffuse note di frutti rossi attorniati da un dolce respiro balsamico e mentolato che sfuma in sensazioni di sottobosco, funghi, cacao. Vino di bell’equilibrio, di buona ricchezza, assai sapido, minerale e gustoso alla bocca, in buona armonia tra la scorrevolezza di beva e la complessità di sensazioni, assai centrato (e che dà il suo meglio intorno ai 3-4 anni), di bella larghezza ai profumi, a sottintendere e ad incuriosire sulle importanti potenzialità del territorio.

Il rosso estremo dell’azienda (e l’ultimo a raccogliersi in vendemmia) è il Tané, oggi in uscita con la vendemmia 2010, etichetta con la migliore selezione di Nero d’Avola + una percentuale intorno al 15% di Syrah, elevata per circa un anno in barrique nuove. Parliamo dunque di un vino poderoso, statuario, di generosa alcolicità, dal colore profondo e un naso importante, maturo e complesso, con toni carnosi ed ematici su note di confettura e piccoli frutti neri su uno sfondo grasso e cioccolatoso.

Si è davanti insomma ad un vino molto opulento e chiaroscurato, che sfuma nelle sensazioni di pelliccia, tartufo e spezie, molto moderno nella fattura e nella composizione, che va tuttavia a ricordare, anche in un certo monolitismo severo, gli antichi grandi rossi del Sud, e che dà il suo meglio alla bocca, nella dolcezza che offre di creme e vaniglie tostate, nella saporosità grassa, che cresce man mano generosa, nella bella e progressiva lunghezza gustativa. Vino monumentale, che ha ancora dei margini di miglioramento in bottiglia e che sono molto curioso di sentire sulle prossime vendemmie.

Il Rusciano 2011 è infine il Syrah in purezza, che nasce dai vigneti più alti dell’azienda, a circa 200 metri sul livello del mare. Vino che fermenta in vasca inox  ed ha poi un moderato passaggio nei tonneaux, prima di un lungo affinamento in bottiglia. Rosso che consigliamo di aprire con un certo anticipo, che è andato man mano a crescere di profumi e bellezza nel bicchiere (appariva abbastanza cheto al primo approccio), esprimendosi sempre di più in frutti rossi maturi su uno sfondo mentolato e di spezie. Anche in questo vino poi l’impatto ai sapori è ancora più convincente, più teso e fresco in una piena e saporosa bordata di frutti, ricchi di polpa e finemente speziati.

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