Coletti Conti

Romanico  2012  91-92

Hernicus 2012   90

L’opulenza e la saporosità traboccante. Le vigne de La Caetanella hanno offerto, sin dalla loro prima vendemmia del 2003, un Cesanese di sontuosità strabordante, con vini di tale ricchezza e radiosità da far riscoprire a molti le possibilità espressive del vitigno a superiori livelli di concentrazione e di bontà.

Insomma il Romanico e l’Hernicus hanno svolto in questo decennio un ruolo di apripista certamente per il pubblico degli appassionati, ma sono stati anche un punto di riferimento, uno stimolo ed un esempio per i produttori di Cesanese del territorio ad osare di più, ad andare oltre il rosso tuttopasto e per alcuni giovani a cimentarsi in prima persona nel Cesanese, non più come semplici conferitori di uve, ma come veri e propri produttori.

Un ruolo dunque storico e sociologico quello di Antonello Coletti Conti. D’altronde così ineccepibili, statuarie come dei meravigliosi totem al vino rosso in assoluto, queste due etichette sono in qualche modo anche speculari. Medesima l’origine, la cura di vigna, la mano del produttore. Ed il Romanico è la selezione delle uve appena più mature e severe, vino che cresce poi nelle piccole botti ed ha tempi di imbottigliamento e conservazione superiori, anche con un accenno, nel rapporto frutto-legno, ad una maggiore complessità espressiva, maggiore vanigliatura, maggiore velluto, un passo appena diverso, più rallentato, vasto e solenne.

L’Hernicus è invece solo parzialmente elevato nelle botti ed appare più immediato e radioso, più vivido, brado e travolgente nel suo puro frutto, espresso in una bevibilità straordinariamente impetuosa e felice. La 2012 infine è stata una buona annata, però, se trovate bottiglie della 2011 (grandissima vendemmia a La Caetanella), vi stupirete e sorriderete ancora di più.

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