ottobre 2014

You are browsing the site archives for ottobre 2014.

L’internazionalità e la sorpresa. Sì, perché l’azienda è storica per quanto riguarda lo Chardonnay, con l’apparizione negli anni ’90 del Calanchi di Vaiano e del Falesia. Ma i suoi primi tentativi su vini rossi importanti non ci avevano persuaso.

Continua a leggere

La volontà e l’intelligenza enologica. Perché parliamo oggi di una corazzata dei vini del Lazio con più di 150 ettari di vigneti nell’Agro Pontino, dove pochi decenni fa non c’era nulla che riguardasse la vite.

Continua a leggere

È, a mio avviso, il vino della regione dal potenziale in assoluto più alto. Lo seguiamo sin dal suo esordio con la 2010 e dobbiamo dire che la crescita l’abbiamo verificata con la 2011. Ma ora con la vendemmia 2012, più diretta e nitida ai profumi, l’avvertiamo davvero sostanziosa e prorompente.

Continua a leggere

La sperimentalità assoluta. Matteo Ceracchi, il patron aziendale, ha solo 32 anni, ma già decenni di vendemmie alle spalle in una passione sconfinata per il vino, che vive da sempre come un tentativo continuo, una ricerca a tutto campo mai completamente appagata.

Continua a leggere

Potremmo dire: la conferma. Perché che il Nero Buono sia un vitigno importante, in grado di dare luogo a vini di qualità impensabilmente alta, ne siamo convinti da tempo. Ma, affinché questo arrivi poi al pubblico, occorre che siano tante le etichette da questo vitigno a sorprendere.

Continua a leggere

Parliamo dell’apripista ai grandi rossi moderni del Lazio. Era intorno al Natale del 1993, quando lo assaggiavo per la prima volta, appena svinato, nella vecchia cantina della Falesco assieme a Riccardo Cotarella. Il nome del futuro vino era ancora tutto da decidere, ma quel Merlot aveva una marcia in più.

Continua a leggere

Il fatto di aver ritrovato in cantina una bottiglia di Vigna del Vassallo 1997 (allora così era possibile chiamarlo) ha reso questo nuovo assaggio del Vassallo ‘11 (tale il nome moderno del vino, in quanto al termine “Vigna” si può accompagnare solo un toponimo di comprovata storicità) certamente ancora più intrigante.

Continua a leggere

Questa etichetta rappresenta la migliore selezione sulle uve bordolesi aziendali, che qui nel comprensorio di Atina, una particolarissima enclave nella valle del Comino, circondata da monti che la isolano dalla calura dell’Agro Pontino, ma anche dai venti freddi del Centro Appennino, hanno una loro storia assai antica, anche se poco conosciuta.

Continua a leggere