Novità

“Pensi che il mio primo viaggio a Montalcino l’ho fatto nel ’74”.

“Io sono nato nel ’75”.

Può giungere anche una coltellata del genere al sedicente giornalista esperto (e così inevitabilmente anziano), sciorinante di chiacchiere sul privato, quando si entusiasma ad un nuovo vino. E comunque questo è stato l’inizio della mia conversazione telefonica con Pierre-Jean Monnoyer, giovane autore dei Brunelli di Casa Raia, il nome nuovo scoperto a Benvenuto Brunello 2015 (162 assaggi di fila, con le ultime tracce frontaliere di purissimo smalto lì lì per sbriciolarsi e lo spettro angoscioso di un ineluttabile futuro in dentiera).

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Potevo inserire questi vini nell’articolo “Montalcino 2009, 2008 …”. Parliamo in fondo di un Brunello 2009 e di altri due vini, 2010 e 2011, che sono fondamentalmente dei superossi di Montalcino.

Non sarebbe stato però sostanzialmente corretto, visto che gli assaggi sono avvenuti 2-3 mesi dopo. Né eticamente, visto che quello è ormai un articolo già fatto e pubblicato.

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Spesso negli anni passati, percorrendo la Salerno-Reggio Calabria, mi sono chiesto cosa aspettasse questa regione per esplodere con vini inimitabili e stupirci con bianchi e rossi pieni di profumi, essenze, spessori. Il mare lì a guardarci a pochi chilometri e vigne a terrazze da poter modulare all’infinito, con tutte le differenti composizioni dei terreni, le più diverse mineralità.

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