Falesco

Montiano  2011   91-92

Parliamo dell’apripista ai grandi rossi moderni del Lazio. Era intorno al Natale del 1993, quando lo assaggiavo per la prima volta, appena svinato, nella vecchia cantina della Falesco assieme a Riccardo Cotarella. Il nome del futuro vino era ancora tutto da decidere, ma quel Merlot aveva una marcia in più. E l’avrei assaggiato poi nei mesi successivi, quando già era stato posto nelle barrique, nella maggioranza usate, con la sorpresa, lo stupore nel sentire come il vino emergeva diversamente nell’una e nell’altra. Rimanere a commentare e a riassaggiare le particolari sfumature che aveva in una vecchia botticella utilizzata in precedenza per lo Chardonnay.

Questo per raccontare ancora una volta il debito formativo che io avverto verso gli enologi e i produttori che ho conosciuto nel corso della mia vita, come mi sono formato in questi assaggi comparati, in cui ci si raccontavano francamente le impressioni, si acquisivano dati, si cominciava a capire il vino, si tiravano le prime conclusioni. E’ cominciato così il vino italiano, con i suoi tentativi, gli azzardi, le prime prese di coscienza. E personalmente ho avuto la fortuna e la ventura di salire su quel treno in avvio, vivendone gli interrogativi, la crescita, le sorprese, le emozioni.

A distanza di più di 20 anni il Montiano è arrivato ora alla vendemmia 2011 ed è incredibile come questo Merlot, che tanto conosco, sia riuscito a progredire e andare oltre in ogni successiva annata e, devo dire, in modo ancora più imperioso nelle ultimissime. Il fatto è che crescono le nostre aspettative di assaggiatori e consumatori, di continuo. Diventiamo sempre più colti, insoddisfatti, competitivi ed ogni anno nei nostri assaggi cerchiamo vini più attrattivi, profondi, complessi. Credo che questo pungolo sia uno dei motivi che fanno ancora crescere le nostre etichette, perché in molti casi siamo ancora ad un’espressione del 50-60% del nostro potenziale. Arrivare ad un’età media di 40 anni nelle vigne darà sicuramente una maggiore stabilità e profondità ad ogni vino e, a supporto inoltre, l’esperienza di tutti questi decenni di vendemmie.

Tornando al Montiano ’11 ci troviamo davanti ad un Merlot con la fattura, l’intarsio aromatico, la ricchezza espressiva e la bellezza del fuoriclasse, prezioso, ampio nel respiro, pieno di eleganza, inchiostrato e con la superiore classicità del grande rosso italiano moderno. Sontuoso e vellutato poi alla bocca, con una gentile e severa punta di goudron ad approfondirlo nel finale.

Comments are closed, but trackbacks and pingbacks are open.